sabato 27 febbraio 2016

Conosciamo le "Lobbies dell'Azzardo." LE CINQUE COSE A CUI NON CREDERE QUANDO TI PARLANO DI GIOCO D'AZZARDO!!!

Dicono di creare posti di lavoro, raccontano di operare per il vostro bene, si vantano di fare più bella e più ricca l'Italia.

Ma si arricchiscono con le disgrazie della gente!!!  



1. «L'azzardo è sempre esistito»
 Forse sì, forse no. Anche l'omicidio, le violenze, gli abusi sono sempre esistiti. Basta questo per legalizzarli? Di certo, l'azzardo di massa basato su algoritmi e software non è "sempre esistito" come vorrebbero le elette schiere dei suoi difensori d'ufficio. L'azzardo di massa è un fenomeno degli ultimi 20-25 anni che ha destrutturato simboli, codici e struttura di giochi con una tradizione (pensiamo al gioco del Lotto, che continuiamo a chiamare così ma non è più tale, né per le regole, né nelle sue forme di offerta) e ne ha introdotti du nuovi. Le slot non crescono sotto i cavoli.

2. «Vietare la pubblicità non serve»

La pubblicità non è una semplice televendita e nemmeno l'esposizione di un prodotto a una fiera campionaria. La pubblicità del gioco d'azzardo è induzione. E come tale è parte di quel processo che "produce" il soggetto-giocatore. Per chi vende azzardo, la pubblicità serve eccome. Serve per indurre quella dipendenza senza la quale non avrebbero il loro "parco giocatori". Serve anche per lasciar cadere un po' di briciole dal tavolo e tener buona l'informazione. Oggi, alla Camera e al Senato ci sono due disegni di legge, praticamente identici e con identico obiettivo: vietare pubblicità e promozione del gioco d'azzardo in tutte le sue forme. Tra i primi firmatari GIOVANNI ENDRIZZI (M5S)Chi ha interesse a arenare i due provvedimenti?

3. «Il gioco d'azzardo legale scaccia quello illegale»

Basterebbe un po' di logica per capire che ci stanno prendendo in giro. Ma se anziché alla logica, volessimo ricorrere a un'autorità, ecco allora cosa scrive  il Comitato di Sicurezza finanziaria del Ministero dell'Economia e nelle finanze a pagina 25 della sua Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo: "L’interesse delle mafie verso il settore dei giochi non riguarda esclusivamente il gioco illegale ma si estende in modo significativo anche al perimetro delle attività legali del gioco".Se da pagina 25 saltiamo a pagina 13, leggiamo: "ll comparto del gioco, sia illegale sia legale, risulta di altissimo interesse per la criminalità organizzata, per la quale ha storicamente costituito una importante forma di sovvenzione. Attualmente la criminalità mafiosa investe nel settore dei giochi acquisendo e intestando a prestanome sale da gioco, sia per percepire rapidamente guadagni consistenti (soprattutto se le regole vengono alterate per azzerare le possibilità di vincita dei giocatori o per abbattere l’ammontare dei prelievi erariali), sia per riciclare capitali illecitamente acquisiti".

4. «Il gioco è bello se è responsabile»

Uno studio condotto nel 2008 da ricercatori americani sui giocatori di slot machine dimostra che se questi si attenessero ai principi del gioco responsabile smetterebbero immediatamente di giocare. O meglio: solo il 4% dei giocatori continuerebbe a farlo. L'azzardo di massa è progettato per essere veloce, istantaneo, predatorio, in una parola: irresponsabile. È come una macchina fuoriserie a cui hanno tolto i freni: credereste a chi vi dice di non superare i 10 km all'ora ma non vi ricorda che quella macchina è senza freni? La metafora dei freni fu usata dal grande Gregory Bateson che parlò dell'azzardo come di una macchina dove il giocatore accelera, accelera, accelera ma quando si tratta di frenare si accorge che la macchina non rispondeva ai suoi comandi, ma andava per conto suo. Ecco quello che succede nel gioco d'azzardo di massa.

5. «Il gioco d'azzardo crea posti di lavoro»

C'è chi - prendiamone uno a caso - come il senatore del PD, Franco Mirabellidalle pagine di Affari& Finanza di Repubblica che ha una sezione chiamata "GiocoEconomy", parla di "un settore che può rappresentare, se ben regolato dallo Stato, un asset industriale importante esattamente come lo sono altri". Strana affermazione, ma ancor più strana la sezione "GiocoEconomy" di Repubblica che ospita queste parole. Chi conosce il settore sa che fra i diktat dei guru del marketing spicca quello di presentare l'azzardo come un prodotto qualsiasi, privo di nocività, neutrale e neutro e, di conseguenza, si tende a insistere sui "posti di lavoro creati", "sull'innovazione generata", etc. etc. etc. Insomma, per usare le parole del senatore, un "asset industriale importante". Se dal marketing passiamo alla realtà, le cose cambiano. Sul piano macro, più che di asset industriale, dovremmo parlare di finanza speculativa ponendo una domanda: come mai a fronte di introiti miliardiari i concessionari del settore continuano a accumulare debiti? In attesa di risposta, ricordiamo le cifre della Consulta Nazionale Antiusura secondo cui gli italiani consumano in azzardo oltre 87,8 miliardi di euro, altrimenti detto 70 milioni le giornate di lavoro. Se si considera invece il monte ore generale, sottratto alle relazioni sociali in generale e alla famiglia la cifra calcolata sale a 488 milioni di ore. In termini economici significa che l'azzardo legale made in Italy (ma con sede a Malta) sposta 20 miliardi di euro dall’economia reale, con conseguente cancellazione di 115 mila posti di lavoro, 90 mila nel commercio e servizi e circa 25 mila nell’industria. Altro che economie del gioco, questa è predazione finanziaria bella e buona.
#NOSLOT



mercoledì 24 febbraio 2016

Grazie, "Graziano" e Grazie al...

...Al miopismo di questi sindaci che non riescono a trovare una soluzione sostenibile e alternativa alla cementificazione, che non risolverà il  problema di mobilità del nostro territorio. GRAZIE!!!


Ieri, 23 febbraio, gli enti territoriali, sono stati invitati a Roma, convocati dal Ministero dei Trasporti, per un aggiornamento interlocutorio sull'avanzamento dello stato procedurale del progetto ANAS di collegamento Milano-Malpensa, ormai più noto come la Magenta-Vigevano.



Il sindaco Arrara rilascia una dichiarazione che ci lascia BASITI: "Ci è stato confermato in termini più precisi quanto già spiegato nel corso del precedente incontro" - spiega 'Gigi' -"si procederà con l'iter del "tratto C". 
Vale a dire la Vigevano-Abbiategrasso,con la riqualificazione e la creazione di due rotonde sulla SS494,ossia la Milano Baggio. Le rotonde elimineranno i semafori di Albairate e Cisliano" ...hehe!!! 



LA SS494 non è la Milano-Baggio, ma la nuova Vigevanese. Forse intendeva dire la SP114? Sì, credo intendesse quella!

Vabbè dai si è distratto un attimo, e che cacchio....stiamo qui a spaccare in due il capello?

Pero, confondere due vie di comunicazione importantissime con Milano, per noi, è indice di disattenzione e superficialità.  Questa superficialità poi ricade sulle scelte politiche che si riflettono sul territorio intero. Infatti la scelta di non modificare il tracciato C e mantenerlo cosi come è, oggi vuol dire devastare una buona parte di territorio agricolo abbiatense. 

Noi abbiamo proposto a più riprese una soluzione meno impattante, che pur tagliando fuori la via Dante, risulta più sostenibile. Proponiamo una piccola circonvallazione che partendo da sud dell'abitato,si ricollega con via Giotto all'altezza dei Carabinieri.abbiamo cosi Risolto il problema dell'attraversamento di Abbiategrasso.

Oggi non si può più raccontare la storiella del vincolo dei fondi, oggi il Ministero ha confermato che modificare il tracciato si può. Si può intorno a Robecco, si potrebbe anche intorno ad Abbiategrasso.

Sindaco Arrara, come tutti gli altri amministratori,che stanno manipolando un futuro ecosostenibile, faccia un gesto coraggioso, chieda la modifica della circonvallazione di Abbiategrasso e faccia in modo che i nostri figli la ricordino per il Sindaco che ha salvato il nostro territorio dalla devastazione e non, quello che incentivó l'inizio della distruzione di un intero parco, con la TOEM.

M5S ALBAIRATE









domenica 21 febbraio 2016

VIGEVANO-MALPENSA: IL GOVERNO RISPONDE A MASSIMO DE ROSA (M5S): “OCCASIONE SPRECATA PER IL TERRITORIO”


Due erano i quesiti posti dall’interrogazione parlamentare del deputato Cinque Stelle Massimo De Rosa: garanzie in merito alla promessa di riprogettazione della tratta A (Albairate/Magenta) e della tratta B (Albairate/Baggio) e come i nuovi progetti avrebbero influito sui fondi, la cui destinazione pareva finora legata esclusivamente al progetto ANAS.
L’interrogazione del deputato grillino ha il merito di mettere nero su bianco quelle che, fino alla scorsa settimana erano solo promesse. La risposta del governo soddisfa però solo a metà: “Sarebbe una vittoria per i comitati di cittadini e per il Movimento Cinque stelle, se la tratta A venisse poi effettivamente rivista in un'ottica di riqualificazione delle sedi viarie esistenti, con la risoluzione della viabilità intorno a Robecco come chiesto dall'amministrazione locale” spiega De Rosa, il quale preferisce però restare prudente: “Per ora i tratti A e B sono congelati, probabilmente si avrà qualche certezza sul futuro dopo l'incontro al ministero tra i vari attori interessati, in programma il prossimo 23 febbraio”. Una data da segnare sul calendario per ciò che concerne il futuro della superstrada, dal momento che quel giorno ANAS comunicherà se e come verranno apportate modifiche al tracciato e di conseguenza se sarà o meno convocata una nuova conferenza dei servizi.
E qui si arriva dritti al cuore della vicenda: i fondi. Ministero e Comuni hanno sempre lasciato intendere come i fondi già stanziati per fossero legati a doppio filo con il progetto ANAS. All’interno della risposta del governo all’interrogazione del Movimento Cinque Stelle è spiegato come, nonostante la previsione di possibili revisioni, i fondi restino comunque a disposizione dell’opera. “Questo è un punto fondamentale” ribadisce De Rosa: “ Se la destinazione delle risorse non è vincolata, come pare, ad eventuali modifiche, allora perché non rivedere l’intero progetto in funzione delle esigenze poste dal territorio. Perché non prendere in considerazione soluzioni meno impattanti per Parco del Ticino e per le imprese agricole che vivono delle risorse della zona?”.
Probabilmente la risposta a questi interrogativi risiede nell’incapacità mostrata dalle amministrazioni locali nel proporre con compattezza al ministero il progetto alternativo. “Questa è una notizia gravissima” conclude De Rosa, che parla di occasione sprecata: “ I tentennamenti dei vari comuni, uniti a giochetti di bassa politica, hanno portato all’attuale compromesso. Per Ivan Fassoli, attivista M5S di Albairate, "i soldi ci sarebbero stati anche per un progetto alternativo, come richiesto dalla popolazione. La risposta del Ministero dimostra che le nostre richieste erano fondate e le soluzioni da noi proposte percorribili".