sabato 24 dicembre 2016

CHE SIA UN NATALE NUOVO, CHE DIVENTI NATALE PER TUTTI!!!

Noi, AttiVisti del MoVimento 5 Stelle di Albairate, vogliamo augurare a tutti un Felice Natale e un ricco e prospero 2017 (almeno di propositi).


Ma, guardandoci intorno... 11.000.000 DI POVERI IN ITALIA, 795.000.000 IN TUTTO IL MONDO. SOLO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO, IL 12,5% DELLA POPOLAZIONE SOFFRE DI DENUTRIZIONE, 1/3 DELLA NOSTRA TERRA È AFFLITTA DA "VIGLIACCHE" GUERRE...IL TUTTO (O QUASI) AVALLATO DA POTENTI ED INDEGNI POLITICANTI.
No, non ci sentiamo di vivere appieno queste feste di indole consumistica!!!

Sì è fatta troppa poesia sul Natale. Si è trasformata l’Incarnazione in un’orgia di consumo. Ma la saturazione del profano, la condanna del pretestuoso, dell’inutile sta diventando una conquista. Anche questo forse è un segno di nuovi tempi. Non è il caso di essere pessimisti. 
C’è tutta una gioventù che non ama più commuoversi a Natale e il povero non si lascia più sedurre dal pacco di Natale. 
Provate voi a preparare il famoso pranzo per i poveri: certo, il "barbone" è sempre pronto ad approfittarne; ma perfino il "barbone" sa che deve mangiare tutto l’anno e non solo a Natale. Anche l’uomo della strada ormai conosce le cifre della vergogna. 
Lo sanno tutti che ogni anno nel mondo muoiono per fame milioni di uomini….  Allora? 
Quanti Natali hai vissuto nella tua vita! Forse venti, forse cinquanta, forse settanta, ottanta! Duemila Natali! Ma ai Suoi occhi mille anni sono come un giorno che è già passato. 
L’importante è che ogni anno succeda qualcosa e tu possa dire: 
Ecco, questo è un Natale nuovo. Questo è un Natale per tutti!!!
#RedditoDiCittadinanza

M5S Albairate



Da una produzione SKY e NUVOLA FILM, un cortometraggio datato 2008 di FRANCESCO PRISCO, ci fa dono di un messaggio solidale, che auguriamo aiuti a riflettere.


                                                           




mercoledì 7 dicembre 2016

"È SOLO UN ODORE SGRADEVOLE...O C'È DI PIÙ?"



Anche in questi giorni, molti cittadini Albairatesi, si stanno lamentando con noi di episodi odorigeni che, secondo noi, provengono senza alcun dubbio dall'impianto di compostaggio (ribadiamo che noi tutti conosciamo l'odore di letame!!!)) situato nelle campagne a sud del paese.
C'è poca chiarezza e poca conoscenza sopra questo impianto e sugli "ODORI".
Sappiamo che lo Sblocca-Italia del "Fù" governo Renzie, ha cambiato le carte in tavola. Quindi, con l'unico mezzo a disposizione dei cittadini, abbiamo richiesto, con un accesso agli atti, una serie di documenti inerenti l'impianto di Albairate, gestito da Ladurner Ambiente Spa. Ma non ci siamo fermati, pensando in prevalenza ad una azione preventiva sulla salute dei nostri cittadini, abbiamo fatto ricerche e richieste di aiuti, sull'entità di una eventuale pericolosità di questi odori.

Inquinamento olfattivo: un problema di tossicità?

I problemi che vengono lamentati più frequentemente sono quelli associati agli impianti di trattamento di rifiuti urbani e delle acque di scarico. Impianti di compostaggio, discariche, impianti di depurazione delle acque ecc. Anche quelli di alcune attività industriali particolari, quali il rendering, che creano grandi quantità di odori sgradevoli, sono spesso un problema sentito. Poi ci sono gli odori zootecnici degli allevamenti, o dei trattamenti dei terreni agricoli con materiale organico. Ultimamente si comincia ad assistere anche a problematiche più piccole, come numero di persone coinvolte, ma non per questo meno importanti, quali i fastidi provocati dai camini dei ristoranti. Su questa problematica anche la Regione Piemonte sta cercando di emanare delle linee guida per cercare di prevenire i problemi che si possono creare.
Il nostro senso dell’olfatto è molto sensibile e percepiamo gli odori molto prima delle concentrazioni a cui si osservano effetti tossici. Il senso del disgusto, provocato dall’odore, serve ad allertarci sui cibi avariati per prevenire intossicazioni e infezioni. Siamo allarmati per tempo. Ci sono delle situazioni, però, molto ben note, in cui questo non avviene. L’esempio principe è l’idrogeno solforato, l’ H2S, che ad una certa concentrazione “anestetizza” il naso e non lo si sente più. E questo è un grande problema di igiene industriale, di sicurezza per i lavoratori potenzialmente esposti. L’odore è un fenomeno complesso da comprendere, non tanto per la vasta gamma di sostanze potenzialmente odorigene, ma principalmente perché la potenzialità osmogena (la capacità di essere percepita dal nostro sistema olfattivo) di un composto dipende da aspetti diversi che sono oggettivi propri della sostanza (volatilità, idrosolubilità, etc), soggettivi (fisiologico e psicologico dell’osservatore) ed ambientali (temperatura, pressione, umidità relativa dell’aria, velocità e direzione dei venti). Ne consegue che una sostanza osmogena, a distanza dalla fonte, è avvertita in maniera diversa da diverse persone, con le conseguenze che ben si possono immaginare.
Ci sono delle comunità che sono in lotta da anni per gli odori ambientali prodotti da un determinato impianto. Sono situazioni di stress, stress vero, che, a lungo andare, portano ad un peggioramento della qualità della vita. Si è sempre attenti all’odore e lo si percepisce subito. Ci si sente deprivati della libertà personale. Fastidio, intolleranza, si percepisce un senso di irritazione. Ma non sono solo i sintomi di tipo somatico che si osservano. Esistono delle patologie associate ben descritte, quali nausea, alterazione del sonno, attacchi di asma più frequenti nelle persone che ne soffrono, per citarne alcuni.

Gli odori ambientali non sono solo degli allarmi di un potenziale effetto sulla salute pubblica, ma possono essere loro stessi la causa diretta di alcuni sintomi nelle persone esposte. Nella popolazione generale si osserva nausea, senso di irritazione, dolori articolari, alterazioni del sonno. Ma in sottopopolazioni particolari, come in chi soffre di asma o di altre patologie polmonari, in persone che soffrono di depressione o di ipersensibilità, gli effetti possono essere più gravi. 
In generale, però, gli effetti che subiamo sono reversibili. Quando l’odore passa, cessano i sintomi. Cosa che certamente non è molto consolante nei casi in cui non siamo noi a dominare la fonte dell’odore. Se ci costruiscono un allevamento di ovaiole vicino a casa o installano il camino di un ristorante di fronte alla finestra della nostra camera da letto non è certo semplice rimuovere la causa, l’emissione di odore, senza interferire seriamente con l’attività produttiva.
In tutto questo, in Italia non abbiamo normative specifiche per tutelare le persone esposte. Ci rifacciamo a delle norme generiche sulla riduzione delle emissioni in atmosfera (degli inquinanti in genere), alla localizzazione degli impianti che fanno capo alle leggi sanitarie, le lavorazioni insalubre, alla prevenzione dell’inquinamento, attraverso prescrizioni relative alle migliori tecnologie disponibili di contenimento e di abbattimento delle emissioni, come Codice Civile. 
All’estero esistono delle linee guida ben definite che permettono innanzitutto di prevenire il fenomeno, con degli studi che prevedono quello che sarà l’inquinamento olfattivo in una certa area a rischio di molestie. Esistono poi delle linee guida che descrivono i metodi di misura dell’inquinamento olfattivo e della molestia. Strumenti abbastanza standardizzati, e comunque accettati, che vengono poi eventualmente utilizzati anche in giudizio per tutelare i cittadini. 

Combattere l’inquinamento olfattivo è un problema di difficilissima soluzione. La normativa italiana, come accennato, non tutela il cittadino per cui poco si può fare.

Normalmente le emissioni delle imprese “colpevoli” di fare odori sono entro i limiti autorizzati e le autorità (l’ARPA ad esempio) non ha margini di intervento. Inoltre misurare l’odore ambientale è molto difficile, complesso e costoso e viene fatto, praticamente, quasi esclusivamente da ricercatori.
Nel caso di esposizione ad odori ambientali ripetuti nel tempo, quando questi provocano realmente dei fastidi, e quando il dialogo non porta a nessun risultato, bisogna difendersi. Anche se il codice civile non contempla specificatamente questo reato, il codice penale tutela le persone. Non è accettabile provocare molestia. E la molestia avviene, tecnicamente, quando si percepisce l’odore oltre la “normale tollerabilità”. Quando siamo chiamati a difendere le persone (o le aziende) cerchiamo di capire appunto se si supera la normale tollerabilità, sovrapponendo i dati ambientali con quelle che sono le linee guida internazionali. Fortunatamente la Regione Lombardia, che è stata già il cavallo trainante in Italia sulle problematiche di odori ambientali, con le linee guida sugli impianti di compostaggio, sta lavorando a delle linee guida che permetteranno di definire i limiti di accettabilità di alcune attività a rischio. Sarà un passo molto importante ma molto difficile in quanto tocca interessi forti e deve considerare aspetti multidisciplinari come la misura dell’odore, la modellistica ambientale, la tossicologia classica e la qualità della vita. Ma anche la tutela dell’impresa contro ingiustificati allarmi.

Enrico Davoli
Laboratorio Spettrometria di Massa
Istitutodi Ricerche Farmacologiche Mario Negri



IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA ALBAIRATE (MI)

sabato 28 maggio 2016

La vera spesa degli italiani per l'azzardo

Se si incrociano i dati sul gioco d'azzardo diffusi dai monopoli con quelli sui giocatori contenuti in una ricerca Ispad, si ottiene un risultato sconcertante, ben diverso dalla verità ufficiale proposta da Aams 


Secondo i dati forniti dai monopoli la "raccolta" generata dall'immenso mondo dei giochi d'azzardo nel 2015 è stato di 88.249 milioni. Però, la "spesa" degli italiani ammonterebbe "solo" a 17 miliardi, perché 71 sarebbero stati restituì come vincite.

L'ingannevolezza di questa tesi è evidente, perché non dà conto del fatto che la grandissima maggioranza di quelle vincite, essendo pari alla giocata o poco di più, viene rigiocata, andando a incrementare la raccolta.

Il dato viene fornito in media, con un sistema, cioè, con cui si può sostenere tutto e contemporaneamente il suo contrario. I monopoli sembrano credere e forniscono i dati come se gli italiani avessero due tasche distinte, da una delle quali esce la giocata e nell'altra in cui entrano i premi. Ma la tasca è unica e le giocate sono per la maggior parte alimentate dal rigioco.

Il piccolo premio rimane nel "circuito" e va a incrementare la raccolta, visto che, una volta vinto, diventa di proprietà del giocatore e quindi la spesa degli italiani per l'azzardo è pari esattamente alla raccolta. Il dato, piuttosto, serve a svelare una realtà sconcertante: i monopoli pur di assicurarsi il loro margine di guadagno sui giochi, finanziano i giocatori, per spingerli a giocare.

I monopoli hanno sì due tasche: ogni euro incassato si divide e prende due strade diverse, una parte finisce nella tasca in cui viene incamerata la percentuale che i monopoli trattengono, una parte nella tasca destinata a essere ridistribuita come montepremi. I monopoli finanziano i giocatori con quanto accantonano in questo secondo contenitore e lo fanno ridistribuendo una parte della raccolta, con premi di modestissimo importo che sembrano essere pensati esclusivamente per essere rigiocati, implementando così l'altra tasca.

C'è un altro aspetto che colpisce, incrociando i dati IPSAD con quelli del libro blu aams.

Non è vero come ci hanno sempre detto che la spesa media per l'azzardo sia di 1.500 euro all'anno pro capite. Il dato medio viene ottenuto tenendo conto anche di chi non gioca, con le famose medie "neonati compresi", dividendo linearmente la raccolta per gli italiani. Ma, secondo le stime ISPAD, i giocatori sono 16 milioni, quindi la spesa media per ognuno di essi risulta pari a 5.500 euro all'anno, più del triplo.

Di più, sempre secondo l'Istituto di ricerca, il 63% dei giocatori ha giocato una volta al mese, mentre il 21% una volta a settimana. L'85% dei giocatori, quindi sono giocatori sporadici e si può ritenere che abbia contribuito molto poco a formare 88 miliardi di euro di raccolta.

Considerando che, come è noto, l'uomo medio non esiste, si può stimare che se l'85% dei giocatori ha speso ad esempio il 20% della raccolta, l'altro 80% sarà stata spesa dal restante 15% dei giocatori più "frequenti". In numeri: 13.600.000 giocatori avranno speso 17.600.000.000 di euro, in media 1.300 euro, ma i restanti 2.400.000 giocatori avranno bruciato nell'azzardo 70.400.000.000 di euro, con una spesa media pro capite di 29.000 euro ad anno.

Cifra sconvolgente che, tuttavia, risulta "coerente" con i dati relativi alla dipendenza e dimostra che, come molte volte sostenuto, il fattore critico di successo del gioco d'azzardo è proprio la dipendenza.

Dal Blog di Osvaldo Asteriti

lunedì 18 aprile 2016

Lettera aperta a Pioltini

Facendo riferimento alla recente serata di presentazione del progetto alternativo presentato da Citta Metropolitana, tenutasi presso la sala consiliare del comune di Albairate e promossa dall'amministrazione che Lei, Sindaco di Albairate, rappresenta.

In quell'occasione ha espresso la volontà di acquisire ogni parere sul progetto in questione, che cittadini, Partiti e Movimenti Politici sentono di dover dare come contributo.

Come Movimento 5 Stelle abbiamo elaborato un documento unitario territoriale alternativo al progetto in oggetto che volentieri sottoponiamo alla Sua attenzione (link qui).

Tale documento è da intendersi come unica proposta alternativa perseguibile che le amministrazioni territoriali coinvolte nel progetto dovrebbero attuare.

Suggerimento al viadotto
Come cittadini Albairatesi e attivisti del M5S ci sentiamo altresì di suggerire una variante al progetto di Città Metropolitana, variante che porta una riduzione dell'impatto ambientale e paesistico notevole nel tratto territoriale comunale. Il suggerimento non intende sostituirsi al documento comunitario territoriale del M5S, ne con tale suggerimento intendiamo avvallare il progetto di Città Metropolitana. L'artenativa di città Metropolitana, per noi, rimane un progetto deficitario e con nessuna garanzia istituzionale. Ne condividiamo il superamento dell'abitato di Robecco attraverso una circonvallazione, auspicabile il ponte a Nord e il tracciato a ovest dell'abitato. Ne condividiamo la riqualifica della tratta B (Albairate-Milano) attraverso la sostituzione dei semafori con rotonde. Non condividiamo la realizzazione del tratto C (Vigevano-Albairate) che comporta un notevole consumo di suolo, un impatto ambientale e paesistico devastante e che di per sé non risolve il problema del traffico pendolare verso Milano. Riteniamo che il passaggio vicino ai Carabinieri, con raccordo in via Giotto, di una circonvallazione più aderente all'abitato e che bypassa la via Dante, sia la soluzione migliore. Riteniamo che  i soldi risparmiati dalle minori opere da realizzare devono essere investiti nel trasporto pubblico. La realizzazione di piste ciclabili, che collegano i nostri paesi è un altro punto che sgraverebbe la rete stradale, i viaggi occasionali che oggi i cittadini sono costretti a fare in macchina per spostarsi da un paese all'altro domani potrebbero farli in bici.

La sostanza della variante che suggeriamo è nell'eliminazione del viadotto, che sovrapassa naviglio, ferrovia e svincoli vari, in favore di un ponte ridotto che serve allo scavalcamento del solo naviglio, comprendendo lo spostamento della SP494, con raccordo a rotonda tra il ponte, la stessa SP494 e la via Marcatutto, il tutto da realizzarsi nella campagna tra la ferrovia e ia ridosso del naviglio. Nell'allegato un disegno schematico del tracciato alternativo.

Chi partecipa vince sempre

Grazie agli oltre 15 milioni di cittadini che hanno detto SI alla democrazia ed un futuro con mari puliti, energie rinnovabili, efficienza energetica e turismo sostenibile!
Sono tantissimi e hanno combattuto una battaglia da eroi della democrazia.
Hanno combattuto come milioni di semplici Davide del Mondo Pulito contro i Golia delle lobby del petrolio di Trivellopoli e della disinformazione. 
Lo hanno fatto affrontando 8 mesi di totale disinformazione su questo referendum, con trasmissioni che dichiaravano che si votava solo in 9 Regioni , alle bufale sui ‘posti di lavoro a rischio’ oppure quella che 'si sono sprecati 300 milioni di euro', quando è stato il Governo a non volere l’accorpamento con le elezioni amministrative, proprio per evitare di raggiungere il quorum.
Lo hanno fatto affrontando il vergognoso Governo di Trivellopoli ed un vergognoso ex presidente della Repubblica, che violando la Costituzione sulla quale hanno giurato (“articolo 48: Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”) hanno invitato all’astensione.
Invitavano al ‘non voto’ facendo leva, per il mancato raggiungimento del quorum, su quella parte di cittadini che si astengono in maniera "fisiologica" ( ed in questi tempi toccano il 40% dell’elettorato).
Il Movimento 5 Stelle da sempre si batte per l’abolizione del quorum nei referendum, perché negli strumenti di democrazia diretta solo chi partecipa deve contare e decidere.
Ma chi ama la democrazia, soprattutto diretta e lotta per questa ogni giorno partecipando, informandosi e attivandosi nelle proprie comunità, vince sempre. 
Oggi chi ha perso, soprattutto la faccia, sono il Governo del Bomba e l’ex presidente della Repubblica che hanno dimostrato di non amare la democrazia, la partecipazione civica e la Costituzione sulla quale hanno giurato.
Questa sera si riparte verso il futuro. Da oltre 15 milioni di cittadini che vogliono un futuro diverso per portare il Paese verso uno sviluppo energetico differente, che può essere già realtà con le rinnovabili che producono il 40% dell’elettricità. Il M5S ha già un piano energetico nazionale frutto di un anno e mezzo di lavoro con esperti e confronti. Siamo pronti a dimostrare che con le tecnologie oggi disponibili è già possibile cambiare il Paese e liberarlo in pochi anni da carbone e inceneritori ed arrivare al 2050 senza petrolio. 
"Non si può battere una persona che non si arrende mai” (Babe Ruth)

(Fonte: www.beppegrillo.it)





venerdì 15 aprile 2016

REFERENDUM 17 APRILE: PERCHÉ VOTARE E VOTARE SÌ

Il 17 aprile si torna a votare con il "Referendum Trivelle" : gli italiani dovranno esprimere la loro opinione in merito allo stop del rinnovo , fino ad esaurimento dei giacimenti delle concessioni, alle società energetiche per le attività di ricerca ed estrazione di gas e petrolio entro le 12 miglia dalle coste; se vince il Sì le concessioni non verranno rinnovate alla loro scadenza, mentre se vince il No la legge rimane invariata. 

           Il quesito del Referendum Trivelle 2016

Prima di vedere per quali ragioni le persone possono decidere di votare Sì, bisogna fare un paio di precisazioni riguardo al quesito; innanzi tutto bisogna precisare che entro le 12 miglia dalla costa esiste già un divieto per nuove attività di ricerca ed estrazione di gas e petrolio: questo significa che il referendum Trivelle riguarda solo gli impianti che già esistono. L’esito della consultazione popolare coinvolge 31 concessioni: la norma attualmente prevede che queste abbiano una durata base di 30 anni, prorogabile una prima volta per 10 anni e altre due volte per 5 anni prima di poter essere rinnovata fino all’esaurimento del giacimento. Se vince il Sì l’ultimo rinnovo non potrà più essere concesso. Bisogna anche tenere a mente che per vedere i primi risultati concreti dell’esito del referendum Trivelle si dovrà aspettare un po’: tra gli impianti coinvolti, quelli più vecchi sono stati costruiti negli anni ’70, quindi verranno chiusi solo tra cinque o dieci anni; per la chiusura delle strutture più moderne ci sarà da aspettare anche fino ad una ventina d’anni.

                     Perché votare Sì il 17 aprile?

Ora che il quadro è un po’ più chiaro, vediamo perché votare SìGreenpeace ha elencato i sei buoni motivi per cui votare Sì al referendum del 17 aprile 2016. Il primo non riguarda direttamente il quesito, ma ha più una valenza politica: secondo l’associazione ambientalista, Renzi ha voluto anticipare la consultazione in modo da ridurre i tempi della campagna elettorale e dare meno tempo ai cittadini per informarsi; andando a votare si darebbe un segnale che con questi escamotage non si può fermare la democrazia. Il secondo motivo è invece strettamente legato al quesito: quando si parla di trivelle in mare non è possibile escludere l’eventualità che accada un incidente: in un mare chiuso come è il nostro Mediterraneo, le conseguenze di un disastro petrolifero sarebbero molto gravi e praticamente irreversibili. Il terzo punto a favore del Sì è rappresentato dal fatto che gli impianti che sono presenti sul mare italiano rappresentano un pericolo troppo grande per le coste (con effetti su pesca, fauna, turismo) rispetto alla bassa quantità e alla scarsa qualità di petrolio estratto. Il quarto motivo per esprimere voto favorevole al referendum riguarda i petrolieri, gli unici che guadagnano dagli impianti offshore italiani: per poter estrarre l’oro nero, le compagnie petrolifere devono pagare delle royalties; per trivellare nei mari italiani si pagano i diritti più bassi del mondo (ovvero il 7% del valore di quanto viene estratto). La quinta ragione per cui votare Sì: bisogna evitare di far diventare il mare una sorta di far west delle compagnie petrolifere; la vera ricchezza dell’Italia non è il petrolio, ma la bellezza delle coste, fondamentali anche per la nostra storia e la nostra cultura. Infine con il sesto punto viene ricordato che continuare a trivellare i fondali del Mediterraneo non servirà a risolvere la dipendenza energetica da altri Paesi: le riserve di petrolio presenti nei mari italiani coprirebbero al massimo 7 o 8 settimane dei consumi nazionali, mentre per il gas si riuscirebbe a tiare avanti per sei mesi; ne vale la pena per così poco?

               L’appello di chi vuole fermare le trivelle

Oltre a Greenpeace, che da tempo lotta contro le trivelle in mare, anche l’Ordine Nazionale dei Biologi si è schierato a favore del Sì. Il presidente dell’ONB, Ermanno Calcatelli, ha detto che la posizione dell’Ordine non è di natura politica, ma solo legata alla voglia di preservare gli habitat marini: serve un’economia attenta alla tutela dell’ambiente e alla biodiversità per evitare che i combustibili fossili possano creare enormi danni entrando in contatto con l’ambiente marino. Sul sito fermaletrivelle.it c’è un appello (a cui hanno aderito, oltre alle varie associazioni ambientaliste anche tante persone famose) che sottolinea come le trivelle siano il simbolo tecnologico del petrolio, una vecchia energia fossile che causa inquinamento, conflitti, diependenze economiche e protagonismo delle grande lobby.

IL 17 APRILE #IoVotoSI....E TU???

mercoledì 13 aprile 2016

Casaleggio e la scuola dell'onesta...di Dario Fo

Ci sono uomini che campano la propria vita e poi se ne vanno senza lasciare nessun segno del proprio trascorso. Altri invece al momento della dipartita lasciano un solco profondo nella memoria di ognuno. Questo è il caso di Gianroberto Casaleggio. A questo proposito Ruzzante aggiungeva: C’è chi attraversa il grande fiume come se si trovasse stracolmo di vele, e ponendosi, così come ha vissuto, con le braccia spalancate e riuscendo a raccogliere vento in gran quantità come fossero alberi di una nave, così da muoversi col massimo del vigore e comunicare agli altri il proprio intento”. Gianroberto aveva un programma da condividere, e per tutto il suo tempo, con un impegno totale, ha lottato perché quella sua idea andasse in porto. Certo, si risentiva quando si trovava accusato di agire per interesse personale, ma era un attimo solo. Appresso riprendeva slancio, teso a realizzare il proprio sogno. E a chi dedicava questa sua fatica? Ai giovani, soprattutto. “Ma come puoi riuscirci – mi è capitato di chiedergli – se non istituisci una scuola, un luogo dove insegnare ai ragazzi il mestiere di comunicare?”. E Gianroberto mi rispondeva: “C’è una scuola, la più efficente, ed è la vita, nella quale non basta assistere a quello che succede ma bisogna starci dentro, lottando con sapienza e determinazione”. E aveva ragione. Infatti tutti siamo rimasti sorpresi quando ci siamo resi conto che a sostenere l’impegno di scontrarsi con i mestieranti della politica erano spuntati dei ragazzi e delle ragazze con la faccia pulita e gli occhi di una vivacità tutta nuova. “Ma da dove vengono? – mi chiedevo – Chi ha fatto loro da maestro?”. “L’impegno – mi ha risposto Casaleggio – l’impegno e l’onestà degli intenti.
Però bisogna rendersi conto che fra quei giovani decisi a rifiutare l’inganno e l’ipocrisia si sono infilati anche dei mistificatori, pronti, dopo essere stati eletti, a passare armi e bagagli nel gruppo dei politicanti, maestri dell’arraffo. È un rischio che si corre ogni volta che si applica interamente la libertà. È fin troppo facile firmare un impegno con l’idea di non rispettarlo, e approfittare della buona fede degli altri per raggiungere un basso scopo. Il rimedio a questo continuo pericolo è, un’altra volta, l’impegno. Non cedere mai il passo ai furbi e agli approfittatori. E soprattutto non avere mai paura di denunciare la presenza delle termiti per timore di sporcare la credibilità del tuo gruppo. Pietà l’è morta, come dicevano i nostri vecchi nelle lotte di fabbrica.
Ciao Gianroberto


lunedì 21 marzo 2016

Quando si parla di 'Congelamento' la Lega trema... e non solo.

Ecco che si riparte con la litania "oppure zero risorse". E' di questi giorni un comunicato congiunto  di Massimo Garavaglia (Lega Nord), che è assessore regionale all’Economia, crescita e semplificazione, e Luca Del Gobbo (NCD), assessore all’Università, ricerca e open innovation. In questo comunicato i due colleghi affermano che se non si procederà nella realizzazione del tracciato originale della superstrada Magenta-Vigevano, si perderanno tutti i fondi.
Capiamo benissimo il disagio dell'assessore Garavaglia quando afferma ".. con il conseguente congelamento..", probabilmente gli vengono alla mente taluni congelatori pieni di soldi di qualche suo ex collega, confondendolo un pochino. Non capiamo Luca Del Gobbo, forse l'ambigua politica che regna nel suo partito gli ha annebbiato la memoria, a Roma con il PD e in Lombardia con la Lega.
Ricordiamo ai due assessori che nell'ultimo incontro svolto a Roma, il Ministero dei Trasporti (unico ente che può dare parere definitivo sull'opera) ha indicato una proposta di buon senso per la risoluzione dell'attraversamento di Robecco. ANAS ha dimostrato agli enti presenti che il ponte a nord del paese e la conseguente circonvallazione a ovest dell'abitato, non solo è meno costosa, ma è meno impattante rispetto ai 10 KM di superstrada che gli Assessori vorrebbero che si realizzasse. Questa soluzione è appoggiata da tutti gli enti territoriali(fuori dal coro l'amministrazione di Robecco). Il ministero è disposto a impegnare le risorse necessarie. Per noi questa non è la soluzione più conveniente in assoluto, ma riteniamo che sia un giusto compromesso tra le esigenze di mobilità e la protezione del nostro inestimabile e prezioso territorio.
Non esultiamo, ma ci rallegriamo del fatto che il Ministero e gli Enti locali, per la tratta A, hanno ascoltato anche le nostre proposte che si basano sulle richieste dei portatori di interessi del territorio.  
Continueremo nella battaglia per far in modo che la vittoria sia completa, ci sentiremo completamente soddisfatti solo quando anche il tratto C verra ridiscusso e ridimensionato.
Il ministero ha confermato che se gli enti locali trovano una accordo comune, si troverà il modo per realizzare l'opera secondo le indicazioni del territorio, senza congelare i tratti in progetto ma sostituendoli con infrastrutture meno impattanti e funzionali al trasporto locale. 

venerdì 18 marzo 2016

INCONTRO PUBBLICO SUPERSTRADA VIGEVANO-MALPENSA

Si svolgerà lunedì 21 marzo alle 21 in sala consiliare l'incontro pubblico promosso dall'Amministrazione per fare il punto sul progetto Anas di Superstrada. Si parlerà di quanto emerso nell'incontro tenutosi a Roma lo scorso 23 febbraio presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti: le osservazioni al progetto saranno quindi inviate al Ministero stesso e ad Anas. Oltre al sindaco Giovanni Pioltini, invitati a partecipare Ettore Bortolotti, responsabile Ufficio tecnico comunale, Arianna Censi consigliere della Città Metropolitana di Milano delegata a Mobilità e Viabilità, Marco Daleno, responsabile Programmazione grandi progetti della Città Metropolitana, Michela Palestra, presidente Parco agricolo sud Milano, e Gioia Gibelli, consigliere Parco del Ticino con delega all’Urbanistica.



giovedì 17 marzo 2016

#lAcquaNonSiVende, il M5S non si arrende

La notizia è di quelle che ti lascia a bocca asciutta: il PD in commissione ambiente ha eliminato un articolo della proposta di legge sulla ripubliccizzazione dell'acqua che di fatto ne snaturizza i contenuti.
"Dieci anni e 27 milioni di sì. Con la forza di un'attesa lunghissima e di un risultato referendario inequivocabile, finalmente arriva in porto la Legge popolare per la Ripubblicizzazione dell'Acqua. Un nome che già da solo rende l'idea dei contenuti di questa legge.
Ma il Pd vuole affossarla, e calpestare la volontà di 27 milioni di italiani. Il deputato del Pd Borghi ha presentato un emendamento che CANCELLA l'articolo che prevede che l'acqua sia pubblica, che la gestione dell'acqua sia pubblica e che le infrastrutture dei servizi idrici siano pubbliche. 
Decisi a combattere con ogni mezzo, oggi durante la votazione in Commissione ci siamo fatti sentire con interventi duri: ma malgrado tutto la maggioranza ha votato a favore dell'emendamento Borghi, negando la ripubblicizzazione dell'acqua. Così la nostra prima firmataria della legge, Federica Daga, ha ritirato la sua firma e insieme a lei tutto il M5S. Non vogliamo avallare con le nostre firme un simile scempio della volontà popolare!
Il 29 Marzo la Legge arriverà in aula alla Camera. Non possiamo consentire che la volontà popolare venga tradita, quindi presenteremo i nostri emendamenti e una nuova proposta di legge. Seguiteci, fate sentire la vostra pressione per la nostra acqua pubblica e contro quelle potentissime società per azioni che ci stanno assetando usando le bollette come bancomat.
Il Pd sta con loro. Il M5S sta con i cittadini.
"




sabato 27 febbraio 2016

Conosciamo le "Lobbies dell'Azzardo." LE CINQUE COSE A CUI NON CREDERE QUANDO TI PARLANO DI GIOCO D'AZZARDO!!!

Dicono di creare posti di lavoro, raccontano di operare per il vostro bene, si vantano di fare più bella e più ricca l'Italia.

Ma si arricchiscono con le disgrazie della gente!!!  



1. «L'azzardo è sempre esistito»
 Forse sì, forse no. Anche l'omicidio, le violenze, gli abusi sono sempre esistiti. Basta questo per legalizzarli? Di certo, l'azzardo di massa basato su algoritmi e software non è "sempre esistito" come vorrebbero le elette schiere dei suoi difensori d'ufficio. L'azzardo di massa è un fenomeno degli ultimi 20-25 anni che ha destrutturato simboli, codici e struttura di giochi con una tradizione (pensiamo al gioco del Lotto, che continuiamo a chiamare così ma non è più tale, né per le regole, né nelle sue forme di offerta) e ne ha introdotti du nuovi. Le slot non crescono sotto i cavoli.

2. «Vietare la pubblicità non serve»

La pubblicità non è una semplice televendita e nemmeno l'esposizione di un prodotto a una fiera campionaria. La pubblicità del gioco d'azzardo è induzione. E come tale è parte di quel processo che "produce" il soggetto-giocatore. Per chi vende azzardo, la pubblicità serve eccome. Serve per indurre quella dipendenza senza la quale non avrebbero il loro "parco giocatori". Serve anche per lasciar cadere un po' di briciole dal tavolo e tener buona l'informazione. Oggi, alla Camera e al Senato ci sono due disegni di legge, praticamente identici e con identico obiettivo: vietare pubblicità e promozione del gioco d'azzardo in tutte le sue forme. Tra i primi firmatari GIOVANNI ENDRIZZI (M5S)Chi ha interesse a arenare i due provvedimenti?

3. «Il gioco d'azzardo legale scaccia quello illegale»

Basterebbe un po' di logica per capire che ci stanno prendendo in giro. Ma se anziché alla logica, volessimo ricorrere a un'autorità, ecco allora cosa scrive  il Comitato di Sicurezza finanziaria del Ministero dell'Economia e nelle finanze a pagina 25 della sua Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo: "L’interesse delle mafie verso il settore dei giochi non riguarda esclusivamente il gioco illegale ma si estende in modo significativo anche al perimetro delle attività legali del gioco".Se da pagina 25 saltiamo a pagina 13, leggiamo: "ll comparto del gioco, sia illegale sia legale, risulta di altissimo interesse per la criminalità organizzata, per la quale ha storicamente costituito una importante forma di sovvenzione. Attualmente la criminalità mafiosa investe nel settore dei giochi acquisendo e intestando a prestanome sale da gioco, sia per percepire rapidamente guadagni consistenti (soprattutto se le regole vengono alterate per azzerare le possibilità di vincita dei giocatori o per abbattere l’ammontare dei prelievi erariali), sia per riciclare capitali illecitamente acquisiti".

4. «Il gioco è bello se è responsabile»

Uno studio condotto nel 2008 da ricercatori americani sui giocatori di slot machine dimostra che se questi si attenessero ai principi del gioco responsabile smetterebbero immediatamente di giocare. O meglio: solo il 4% dei giocatori continuerebbe a farlo. L'azzardo di massa è progettato per essere veloce, istantaneo, predatorio, in una parola: irresponsabile. È come una macchina fuoriserie a cui hanno tolto i freni: credereste a chi vi dice di non superare i 10 km all'ora ma non vi ricorda che quella macchina è senza freni? La metafora dei freni fu usata dal grande Gregory Bateson che parlò dell'azzardo come di una macchina dove il giocatore accelera, accelera, accelera ma quando si tratta di frenare si accorge che la macchina non rispondeva ai suoi comandi, ma andava per conto suo. Ecco quello che succede nel gioco d'azzardo di massa.

5. «Il gioco d'azzardo crea posti di lavoro»

C'è chi - prendiamone uno a caso - come il senatore del PD, Franco Mirabellidalle pagine di Affari& Finanza di Repubblica che ha una sezione chiamata "GiocoEconomy", parla di "un settore che può rappresentare, se ben regolato dallo Stato, un asset industriale importante esattamente come lo sono altri". Strana affermazione, ma ancor più strana la sezione "GiocoEconomy" di Repubblica che ospita queste parole. Chi conosce il settore sa che fra i diktat dei guru del marketing spicca quello di presentare l'azzardo come un prodotto qualsiasi, privo di nocività, neutrale e neutro e, di conseguenza, si tende a insistere sui "posti di lavoro creati", "sull'innovazione generata", etc. etc. etc. Insomma, per usare le parole del senatore, un "asset industriale importante". Se dal marketing passiamo alla realtà, le cose cambiano. Sul piano macro, più che di asset industriale, dovremmo parlare di finanza speculativa ponendo una domanda: come mai a fronte di introiti miliardiari i concessionari del settore continuano a accumulare debiti? In attesa di risposta, ricordiamo le cifre della Consulta Nazionale Antiusura secondo cui gli italiani consumano in azzardo oltre 87,8 miliardi di euro, altrimenti detto 70 milioni le giornate di lavoro. Se si considera invece il monte ore generale, sottratto alle relazioni sociali in generale e alla famiglia la cifra calcolata sale a 488 milioni di ore. In termini economici significa che l'azzardo legale made in Italy (ma con sede a Malta) sposta 20 miliardi di euro dall’economia reale, con conseguente cancellazione di 115 mila posti di lavoro, 90 mila nel commercio e servizi e circa 25 mila nell’industria. Altro che economie del gioco, questa è predazione finanziaria bella e buona.
#NOSLOT



mercoledì 24 febbraio 2016

Grazie, "Graziano" e Grazie al...

...Al miopismo di questi sindaci che non riescono a trovare una soluzione sostenibile e alternativa alla cementificazione, che non risolverà il  problema di mobilità del nostro territorio. GRAZIE!!!


Ieri, 23 febbraio, gli enti territoriali, sono stati invitati a Roma, convocati dal Ministero dei Trasporti, per un aggiornamento interlocutorio sull'avanzamento dello stato procedurale del progetto ANAS di collegamento Milano-Malpensa, ormai più noto come la Magenta-Vigevano.



Il sindaco Arrara rilascia una dichiarazione che ci lascia BASITI: "Ci è stato confermato in termini più precisi quanto già spiegato nel corso del precedente incontro" - spiega 'Gigi' -"si procederà con l'iter del "tratto C". 
Vale a dire la Vigevano-Abbiategrasso,con la riqualificazione e la creazione di due rotonde sulla SS494,ossia la Milano Baggio. Le rotonde elimineranno i semafori di Albairate e Cisliano" ...hehe!!! 



LA SS494 non è la Milano-Baggio, ma la nuova Vigevanese. Forse intendeva dire la SP114? Sì, credo intendesse quella!

Vabbè dai si è distratto un attimo, e che cacchio....stiamo qui a spaccare in due il capello?

Pero, confondere due vie di comunicazione importantissime con Milano, per noi, è indice di disattenzione e superficialità.  Questa superficialità poi ricade sulle scelte politiche che si riflettono sul territorio intero. Infatti la scelta di non modificare il tracciato C e mantenerlo cosi come è, oggi vuol dire devastare una buona parte di territorio agricolo abbiatense. 

Noi abbiamo proposto a più riprese una soluzione meno impattante, che pur tagliando fuori la via Dante, risulta più sostenibile. Proponiamo una piccola circonvallazione che partendo da sud dell'abitato,si ricollega con via Giotto all'altezza dei Carabinieri.abbiamo cosi Risolto il problema dell'attraversamento di Abbiategrasso.

Oggi non si può più raccontare la storiella del vincolo dei fondi, oggi il Ministero ha confermato che modificare il tracciato si può. Si può intorno a Robecco, si potrebbe anche intorno ad Abbiategrasso.

Sindaco Arrara, come tutti gli altri amministratori,che stanno manipolando un futuro ecosostenibile, faccia un gesto coraggioso, chieda la modifica della circonvallazione di Abbiategrasso e faccia in modo che i nostri figli la ricordino per il Sindaco che ha salvato il nostro territorio dalla devastazione e non, quello che incentivó l'inizio della distruzione di un intero parco, con la TOEM.

M5S ALBAIRATE









domenica 21 febbraio 2016

VIGEVANO-MALPENSA: IL GOVERNO RISPONDE A MASSIMO DE ROSA (M5S): “OCCASIONE SPRECATA PER IL TERRITORIO”


Due erano i quesiti posti dall’interrogazione parlamentare del deputato Cinque Stelle Massimo De Rosa: garanzie in merito alla promessa di riprogettazione della tratta A (Albairate/Magenta) e della tratta B (Albairate/Baggio) e come i nuovi progetti avrebbero influito sui fondi, la cui destinazione pareva finora legata esclusivamente al progetto ANAS.
L’interrogazione del deputato grillino ha il merito di mettere nero su bianco quelle che, fino alla scorsa settimana erano solo promesse. La risposta del governo soddisfa però solo a metà: “Sarebbe una vittoria per i comitati di cittadini e per il Movimento Cinque stelle, se la tratta A venisse poi effettivamente rivista in un'ottica di riqualificazione delle sedi viarie esistenti, con la risoluzione della viabilità intorno a Robecco come chiesto dall'amministrazione locale” spiega De Rosa, il quale preferisce però restare prudente: “Per ora i tratti A e B sono congelati, probabilmente si avrà qualche certezza sul futuro dopo l'incontro al ministero tra i vari attori interessati, in programma il prossimo 23 febbraio”. Una data da segnare sul calendario per ciò che concerne il futuro della superstrada, dal momento che quel giorno ANAS comunicherà se e come verranno apportate modifiche al tracciato e di conseguenza se sarà o meno convocata una nuova conferenza dei servizi.
E qui si arriva dritti al cuore della vicenda: i fondi. Ministero e Comuni hanno sempre lasciato intendere come i fondi già stanziati per fossero legati a doppio filo con il progetto ANAS. All’interno della risposta del governo all’interrogazione del Movimento Cinque Stelle è spiegato come, nonostante la previsione di possibili revisioni, i fondi restino comunque a disposizione dell’opera. “Questo è un punto fondamentale” ribadisce De Rosa: “ Se la destinazione delle risorse non è vincolata, come pare, ad eventuali modifiche, allora perché non rivedere l’intero progetto in funzione delle esigenze poste dal territorio. Perché non prendere in considerazione soluzioni meno impattanti per Parco del Ticino e per le imprese agricole che vivono delle risorse della zona?”.
Probabilmente la risposta a questi interrogativi risiede nell’incapacità mostrata dalle amministrazioni locali nel proporre con compattezza al ministero il progetto alternativo. “Questa è una notizia gravissima” conclude De Rosa, che parla di occasione sprecata: “ I tentennamenti dei vari comuni, uniti a giochetti di bassa politica, hanno portato all’attuale compromesso. Per Ivan Fassoli, attivista M5S di Albairate, "i soldi ci sarebbero stati anche per un progetto alternativo, come richiesto dalla popolazione. La risposta del Ministero dimostra che le nostre richieste erano fondate e le soluzioni da noi proposte percorribili".


mercoledì 20 gennaio 2016

Pendolarismo e preservazione del territorio, la convivenza è possibile.

Il nostro territorio, Ovest Milanese, è caratterizzato da un paesaggio agricolo di pregio, il Parco agricolo sud Milano e il Parco della Valle del Ticino sono tra i due più importanti parchi Lombardi, riconosciuti a livello Europeo e Mondiale. Si pensi che il Parco Agricolo Sud Milano è tra i più grandi parchi agricoli europei, coltivazioni bio, storia, tradizioni contadine e cascine fanno parte di questo territorio. Come non ricordare poi che il Parco della Valle del Ticino è Riserva della biosfera, una qualifica internazionale assegnata dall'UNESCO per la conservazione e la protezione dell'ambiente all'interno del programma sull'Uomo e la biosfera MAB (Man and Biosphere).

Il nostro territorio è definito a prevalenza pendolare, ogni giorno migliaia di persone vanno e vengono da Milano (non certo Malpensa!!!) dove hanno il posto di lavoro. Per lavorare si è costretti a spostarsi verso la grande metropoli. Ogni giorno i pendolari devono fare i conti con trasporti inadeguati e strade sempre intasate. Traffico, code e ritardi sono concetti con i quali i pendolari hanno troppa familiarità tant'è che a volte non ci fanno più caso...a volte!

Come possiamo allora conciliare la protezione del prezioso territorio e contemporaneamente garantire ai pendolari là possibilità di recarsi al lavoro in orario e in modo confortevole?

Per noi del M5S la soluzione è cambiare completamente la politica del trasporto pubblico e privato. Investire più risorse nei mezzi pubblici, otteneniamo così un incremento del loro utilizzo. Investire più risorse nelle economie locali, permettendo così lo sviluppo economico necessario per evitare il pendolarismo ed Investire più risorse nelle fonti rinnovabili di energia. 

"OK, va bene, ma io lunedì devo andare a lavorare..."- giustamente mi fa notare mia moglie, che lavora giustappunto a Milano-" .... e fino a quando queste politiche non sono realizzate? io faccio le code?". 

No, cioè Si... insomma fino a quando la soluzione proposta è la tangenziale di Abbiategrasso, haimè, i pendolari continuano a fare code e a subire ritardi dei treni per recarsi a Milano. La tangenziale di Abbiategrasso non risolve i problemi di pendolarismo, devasta una grande porzione  di terreno agricolo regalandolo ai costruttori di capannoni. Guarda caso i terreni espropriati e i terreni nelle immediate vicinanze, sono per la maggior parte di società immobiliari, con la realizzazione della strada questi terreni acquisterebbero un grande valore economico. I tempi di realizzazione sono estremamente lunghi, anche ammettendo di iniziare nel 2016, (fine) l'opera sarà completata nel 2020.   4 anni di calvario ancora! Ma la burocrazia Italiana la conosciamo, non partiremo mai nel 2016 anzi, è più plausibile pensare al 2017 con il termine dei lavori nel 2025.

La soluzione pratica per noi è là realizzazione immediata delle rotonde in sostituzione dei semafori di Cisliano, Albairate e Vermezzo, questa soluzione non è risolutiva ma agevola l'avvicinamento a Milano. La tangenziale di Abbiategrasso deve essere rivista, nel frattempo sistemiamo la via Dante. Togliamo i due semafori e armonizziamo con rotonde la viabilità locale. I soldi risparmiati dobbiamo investirli in trasporto pubblico, ammodernando la linea S9 Milano-Mortara con nuovi treni. I vantaggi sono sotto gli occhi di tutti, realizziamo opere di minor impatto ambientale, le realizziamo subito, costruire una rotonda ci vuole meno tempo che una tangenziale intera e fluidificheremo il traffico, verso e da Milano.

Poi con calma realizziamo tutte quelle politiche di cambiamento che ci permetteranno di consegnare ai nostri figli un ambiente vivibile e sostenibile.



domenica 3 gennaio 2016

MATTARELLA: "OLOGRAFICO" DISCORSO DI FINE ANNO?

PREMESSA:
Abbiamo estrapolato dal discorso di fine anno del 12º Presidente "di questa" Repubblica Sergio Mattarella, alcuni "moniti" che dovrebbero far rivedere tutti i piani distruttivi ambientali in atto sul nostro territorio. In questi ultimi 20 anni, abbiamo ascoltato solo "discorsi al vento" di molte alte cariche istituzionali, che tuttora riescono ad illudere ancora molti Italiani. 
Noi, ancora rispettosi, ma non sudditi delle cariche istituzionali, prendiamo queste parole e le trasformeremo in azioni per la difesa del nostro ambiente e per conto della Repubblica Italiana!!!

Il 31 dicembre, come ogni anno, il Presidente della Repubblica Mattarella, ha parlato alla Nazione. Nel suo discorso ha coperto molti temi, tra i quali l'inosservato tema dell'ambiente.
 "Il problema dell'ambiente, che a molti e a lungo è apparso soltanto teorico, oggi si rivela concreto e centrale." dice Mattarella.

Per il nostro territorio, il tema ambiente, è quantomai attuale e preoccupante. La costruzione imminente della superstrada Magenta-Vigevano, probabile preludio della TOEM, il tema trivellazioni, tema sottovalutato dai più, ma che secondo noi sarà centrale nel 2016, la qualità dell'aria, il traffico pendolare, la mancanza cronica di mezzi pubblici di trasporto, etc.
Sono temi che giornalmente colpiscono il nostro territorio diminuendone la vivibilità.

Il Presidente, lo affronta chiedendo a tutti noi di impegnarci per proteggere il territorio in qui viviamo e continua dicendo: "Mi auguro che lo si affronti con un comune impegno da parte di tutti"cioè, amministratori locali ed enti istituzionali, associazioni, cittadini, che devono essere sempre in prima linea per proteggere questo territorio.
Siamo convinti che costruire una strada nel bel mezzo di campi coltivabili, non sia esattamente la via migliore per la protezione del territorio!!!

Mattarella, conclude il discorso affermando che ,"Dobbiamo aver maggior cura dei nostri territori" ESORTANDO TUTTI NOI ALLA PROTEZIONE DEI TERRITORI.
Solo così possiamo garantire un futuro sostenibile ai nostri figli. 


A nostra volta, esortiamo gli amministratori locali a fare un esame coscienzioso sulle scelte ecologiste fatte nel 2015. 
Chiediamo di aprire i tavoli di lavoro a tutti i portatori di interesse del territorio, d'altronde quando il Presidente dice: "E' confortante vedere la formazione di molti movimenti spontanei, l'impegno di tanti che si mobilitano per riparare danni provocati dall'incuria e dal vandalismo, e difendono il proprio ambiente di vita, i parchi, i siti archeologici". Riferimento che va a tutte le associazioni ambientaliste, di settore e ai tantissimi cittadini, che in questi anni si sono battuti per fermare il progetto devastante della strada, ma non solo.
Cogliamo l'occasione per ringraziarvi tutti, in particolare modo i comitati NoTangenziale.

LORO NON MOLLANO...NOI NEMMENO!!!
M5S ALBAIRATE